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L'immagine di fondo è tratta dal libro: Elia Piu,
Marano Lagunare,
Storia, monumenti, vita, tradizioni e folklore di una comunità singolare.
Di padre in figlio da tante generazioni si è tramandato il ricordo di una
grande epidemia della quale rimasero in vita appena 17 persone. Molto
probabilmente legata a questa epidemia è la festa votiva del 1° agosto, festa
che già nel 1700 viene chiamata antichissima e molto importante. Sappiamo che
la Basilica della Madonna della Salute di Venezia, fu costruita nel 1631 per
assolvere ad un voto fatto da tutta la città, durante la terribile pestilenza
dell’anno 1630. Ebbene anche a Marano nel 1635, doveva essere scoppiata una
pubblica epidemia, che diffusasi rapidamente tra la popolazione, infieriva
specialmente fra i soldati della fortezza. Il provveditore di Marano, Cornelio,
addottò tutte le misure precauzionali per impedire l’ulteriore estendersi
dell’epidemia e cercò di isolare i colpiti dal male, costruendo per loro
delle capanne, che servivano da Lazzaretto in un’isola poco distante
dall’abitato. Ma le spese erano gravi e la comunità di Marano non poteva
provvedere a tutti i bisogni. Fece allora ricorso alla Serenissima Repubblica,
la quale rispose disponendo un adeguato sussidio, a titolo di prestito, da
contribuirsi alla stessa comunità per l’assistenza agli ammalati.
Come per Venezia, probabilmente fu in questa occasione che i nostri padri
fecero un voto alla Madonna, voto che si assolve ancora ogni anno il 1°
agosto. Ciò è suffragato da un altro documento del 28 luglio 1798 che chiama
questo voto «un voto incontrato da più secoli».
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