commercio ittico
L'immagine di fondo è tratta dal libro: Elia Piu,
Marano Lagunare, Storia, monumenti, vita, tradizioni e folklore di una comunità singolare.

Pesca in mare

Pesca delle Vongole Peverasse con turbosoffiante
Pesca di fasolari con turbosoffiante
Nassa per la cattura delle canocie
Nassa per la cattura delle seppie
Cagnolera
Passelera
Saccaleva
Ramponioiera

Pesca in laguna

Reti da posta
Trimagli (grasiui)
Tratta
Anguelere
Nassa da Gò
Pesca a mano delle Vongole Veraci
Acquacoltura delle Vongole Veraci



Molta della sua fortuna, Marano la deve anche al commercio del pesce. In questi ultimi anni il pesce è diventato un bene di consumo molto pregiato e ricercato. Il mercato ittico di Marano, vuoi per la bontà del prodotto che viene messo in vendita – è risaputo che la laguna offre un pesce fra i più pregiati dell'Adriatico – vuoi per il concorso dei grossisti, che garantiscono merce in ogni stagione ed in ogni evenienza, vuoi per la intraprendenza dei pescivendoli, che hanno istituito una rete efficace di vendita in tutta la Regione, vuoi infine per l’impegno della gestione, è uno dei più grossi dell’Alto Mediterraneo. I tempi eroici, dei pescivendoli che percorrevano a piedi o su sgangherate biciclette le vie del Friuli, sono soltanto un ricordo. Ora attrezzatissimi camioncini frigorifero portano la merce fresca, anche nelle contrade più lontane e nascoste. Grandi camions sono in continuo collegamento con i mercati d’Italia e d’Europa. S’è persa molta poesia! Chi non ricorda, con nostalgia, il vociare delle donne che arrivavano nei paesi del Friuli, prima che sorgesse il sole, cariche di ceste portate a spalla con il leggendario «bigòl»? Chi non ricorda i canti che facevano alla partenza da Marano o lungo le strade polverose della Bassa, strade animate soltanto da ombre notturne o dal latrare dei cani? Ma in compenso il lavoro, ora, è diventato più umano, più sicuro e più redditizio.

La storia mia
di Piero Marani

C'era un ragazzo di 15 anni
che andava in giro in bicicletta
andava via lungo il Friuli
vendeva il pesce con la cassetta,
aveva ancora le mani piccole
aveva ancora le ossa tenere
ma ugualmente andata e ritorno
faceva 100 km al giorno.
Sembrerebbe fantasia
e invece è la vita mia,
sembrerebbe fantasia
e invece è la storia mia.

A l'una di notte si alzava e partiva
e dopo quattro ore sul posto arrivava
a volte con fame, a volte con febbre,
a volte con pioggia, a volte con neve,
vendeva il suo pesce ma non per bravura
ma solo perché a tutti faceva un po' pena
malgrado fossero tempi di fame
gli offrivano sempre un pezzo di pane.
Sembrerebbe fantasia (ecc. ecc.)

La sua famiglia là, dove era nato,
con cinque fratelli e il padre ammalato
il pane era poco, le scarpe eran rotte,
i libri eran pieni di soldi da dare;
adesso il ragazzo è molto cresciuto
ha il pane, le scarpe, e un poco di tutto,
dovrebbe cantare in ogni momento
ma neanche il progresso lo ha fatto contento.
Sembrerebbe fantasia (ecc. ecc.)


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"La bela storia del pessivendolo Piero Marani"
a cura di Maria Damonte