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									Pesca delle Vongole Peverasse con turbosoffiante
									
									Pesca di fasolari con turbosoffiante
									
									Nassa per la cattura delle canocie
									
									Nassa per la cattura delle seppie
									
									Cagnolera
									
									Passelera
									
									Saccaleva
									
									Ramponioiera
								
							
							
Pesca in laguna
							
								
									Reti da posta
									
									Trimagli (grasiui)
									
									Tratta
									
									Anguelere
									
									Nassa da Gò
									
									Pesca a mano delle Vongole Veraci
									
									Acquacoltura delle Vongole Veraci
								
							
							
 
					
				 
						 Molta della sua fortuna, Marano la deve anche al commercio del pesce. In questi
						ultimi anni il pesce è diventato un bene di consumo molto pregiato e
						ricercato. Il mercato ittico di Marano, vuoi per la bontà del prodotto che
						viene messo in vendita – è risaputo che la laguna offre un pesce fra i più
						pregiati dell'Adriatico – vuoi per il concorso dei grossisti, che
						garantiscono merce in ogni stagione ed in ogni evenienza, vuoi per la
						intraprendenza dei pescivendoli, che hanno istituito una rete efficace di
						vendita in tutta la Regione, vuoi infine per l’impegno della gestione, è uno
						dei più grossi dell’Alto Mediterraneo. I tempi eroici, dei pescivendoli che
						percorrevano a piedi o su sgangherate biciclette le vie del Friuli, sono
						soltanto un ricordo. Ora attrezzatissimi camioncini frigorifero portano la
						merce fresca, anche nelle contrade più lontane e nascoste. Grandi camions sono
						in continuo collegamento con i mercati d’Italia e d’Europa. S’è persa
						molta poesia! Chi non ricorda, con nostalgia, il vociare delle donne che
						arrivavano nei paesi del Friuli, prima che sorgesse il sole, cariche di ceste
						portate a spalla con il leggendario «bigòl»? Chi non ricorda i canti che
						facevano alla partenza da Marano o lungo le strade polverose della Bassa,
						strade animate soltanto da ombre notturne o dal latrare dei cani? Ma in
						compenso il lavoro, ora, è diventato più umano, più sicuro e più redditizio.
						Molta della sua fortuna, Marano la deve anche al commercio del pesce. In questi
						ultimi anni il pesce è diventato un bene di consumo molto pregiato e
						ricercato. Il mercato ittico di Marano, vuoi per la bontà del prodotto che
						viene messo in vendita – è risaputo che la laguna offre un pesce fra i più
						pregiati dell'Adriatico – vuoi per il concorso dei grossisti, che
						garantiscono merce in ogni stagione ed in ogni evenienza, vuoi per la
						intraprendenza dei pescivendoli, che hanno istituito una rete efficace di
						vendita in tutta la Regione, vuoi infine per l’impegno della gestione, è uno
						dei più grossi dell’Alto Mediterraneo. I tempi eroici, dei pescivendoli che
						percorrevano a piedi o su sgangherate biciclette le vie del Friuli, sono
						soltanto un ricordo. Ora attrezzatissimi camioncini frigorifero portano la
						merce fresca, anche nelle contrade più lontane e nascoste. Grandi camions sono
						in continuo collegamento con i mercati d’Italia e d’Europa. S’è persa
						molta poesia! Chi non ricorda, con nostalgia, il vociare delle donne che
						arrivavano nei paesi del Friuli, prima che sorgesse il sole, cariche di ceste
						portate a spalla con il leggendario «bigòl»? Chi non ricorda i canti che
						facevano alla partenza da Marano o lungo le strade polverose della Bassa,
						strade animate soltanto da ombre notturne o dal latrare dei cani? Ma in
						compenso il lavoro, ora, è diventato più umano, più sicuro e più redditizio.
						
						
							La storia mia
							
						
						di Piero Marani
						
						
						C'era un ragazzo di 15 anni
						
						che andava in giro in bicicletta
						
						andava via lungo il Friuli
						
						vendeva il pesce con la cassetta,
						
						aveva ancora le mani piccole
						
						aveva ancora le ossa tenere
						
						ma ugualmente andata e ritorno
						
						faceva 100 km al giorno.
						
						Sembrerebbe fantasia
						
						e invece è la vita mia,
						
						sembrerebbe fantasia
						
						e invece è la storia mia.
						
						A l'una di notte si alzava e partiva
						
						e dopo quattro ore sul posto arrivava
						
						a volte con fame, a volte con febbre,
						
						a volte con pioggia, a volte con neve,
						
						vendeva il suo pesce ma non per bravura
						
						ma solo perché a tutti faceva un po' pena
						
						malgrado fossero tempi di fame
						
						gli offrivano sempre un pezzo di pane.
						
						Sembrerebbe fantasia (ecc. ecc.)
						
						La sua famiglia là, dove era nato,
						
						con cinque fratelli e il padre ammalato
						
						il pane era poco, le scarpe eran rotte,
						
						i libri eran pieni di soldi da dare;
						
						adesso il ragazzo è molto cresciuto
						
						ha il pane, le scarpe, e un poco di tutto,
						
						dovrebbe cantare in ogni momento
						
						ma neanche il progresso lo ha fatto contento.
						
						Sembrerebbe fantasia (ecc. ecc.)
						
						
						
							
								
									 Scarica il pdf (352 kb)
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								"La bela storia del pessivendolo Piero Marani"
								
							
						
						
							a cura di Maria Damonte
						
						
 
					
				 
				