Le barene costituiscono una delle caratteristiche della laguna. Sono zone di terreno fangoso, completamente sommerse durante le alte maree, ma con le basse emergono a quote fra i 25 ed i 50 centimetri. Esse sono poste in linea verticale rispetto ai cordoni litorali e dividono, formando una specie di spartiacque, i bacini della laguna.
Le maree: la quota massima che, esclusi gli avvenimenti straordinari (grandi sciroccali o mareggiate eccezionali), raggiungono in laguna è di 1,05 m. Esse hanno una velocità di entrata che varia a seconda della grandezza della bocca. Nelle due grandi bocche di Lignano e Buso, la velocità si aggira intorno ai 50 cm al secondo; in quella più piccola di S. Andrea essa invece si aggira intorno ai 35 centimetri.

T oponomastica lagunare . La laguna presenta, a causa delle maree e delle correnti, dei luoghi più profondi, dove le barche possono scivolare comodamente e altri meno, dove si resta incagliati. Presenta anche dei canali naturali non segnati dagli appositi pali che i pescatori conoscono e usano come via sicura per portarsi sui luoghi di pesca. Il fondale della laguna non è poi composto da un solo tipo di terreno, ma da diversi tipi che sono: quello sabbioso, quello fangoso, quello erboso e quello capegnoso, cioè quel terreno formatosi dalla sedimentazione di gusci di conchiglie morte.
Infine tutte queste caratteristiche messe assieme formano una pianta che riportata graficamente, si può paragonare alla pianta topografica di una città, con le sue strade, i suoi vicoli, i suoi spazi di verde e le sue case. Di conseguenza poi, come ogni città, anche questa città marinara, abitata da un popolo muto, i pesci, ha ricevuto dei nomi particolari che indicano le vie, i canali, le secche, le seraje ecc.

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ambiente lagunare


La laguna. La laguna per Marano ha un’importanza vitale. Lo specchio lagunare è da secoli il teatro delle attività di questa operosa comunità, tanto da identificarsi o immedesimarsi in essa.

Elementi morfologici. La laguna di Marano è costituita da due sottobacini e mezzo:
- quello di Lignano, che viene alimentato dalla bocca di porto Lignano e che mette in collegamento la località di Marano posta al limite della terraferma, con il mare;
- quello di S. Andrea, di superficie più ridotta, che è alimentato attraverso la bocca omonima;
- quello di Buso che per metà è in comune di Marano e per l’altra in quello di Grado, essendo il confine tra le due lagune segnato dalla bocca e dal canale omonimo.
La superficie totale è di 90,27 kmq di cui 51,06 appartengono al bacino di Lignano, 22,21 a quello di S. Andrea e 20 kmq a quello di Buso per la parte compresa nella zona appartenente a Marano.
Nel primo bacino (di Lignano), sfocia il fiume Stella, che tende ad operare un moderato processo di interrimento, come appare dalla zona barenosa che circonda la sua foce; vi sfociano pure corsi d’acqua minori, quali il Turgnano ed il Cormor.
Le bocche lagunari sono tre, e portano lo stesso nome dei bacini a cui danno origine. Sono costituite da una interruzione dei cordoni litoranei, attraverso cui, l’acqua del mare entra nello specchio lagunare sottostante, durante la fase di marea ascendente, per poi uscire nella successiva fase discendente.
Le acque entranti si espandono su una determinata area, che costituisce il bacino di competenza di quella data bocca. All’interno del bacino lagunare, l’acqua nella fase di flusso, si espande percorrendo un canale che dalla bocca va successivamente ramificandosi in una specie di solchi, detti «ghebbi», di sezione via via più ridotta e dalla conformazione molto tortuosa.

Le zone pianeggianti costituite prevalentemente da melma e che rimangono costantemente sommerse, vengono chiamate «velme»; «barene» invece sono le zone che normalmente si presentano emerse e che vengono ricoperte soltanto durante le alte maree eccezionali.
La bocca di Porto Buso è la più grossa via d’acqua esistente nella nostra laguna. È una via d’acqua che, se da una parte reca immenso vantaggio per l’attività industriale, ha in sé, dall’altra, degli immensi pericoli di erosione sull’isola di S. Andrea, per la forte attività di flusso e riflusso a cui la sottopone.
Una importante via di navigazione interna è la «litoranea». Essa è stata realizzata per esigenze belliche, durante la 1ª guerra mondiale, sfruttando parte dei canali lagunari esistenti (ecco il perchè di tante curve) con la creazione di nuovi tagli di collegamento. Ora il canale è usato esclusivamente per l’uso interno della laguna e non per i collegamenti con Grado-Foce dell’Isonzo e Baia di Panzano da una parte e laguna di Caorle, foce del Piave e laguna di Venezia dall'altra, per i quali era stata realizzata...
Canali di vario tipo naturale o artificiale solcano la laguna, portando l’acqua delle maree e dei fiumi nello stesso tempo, permettendo, tramite le barche, l’accesso ai vari luoghi di pesca in laguna ed in mare.
I canali «Marano», «S. Piero», «Destesa», «Justri», «Cialisia» ecc. sono la croce e la delizia dei pescatori maranesi. La delizia perché portano in laguna il pesce, una croce perché per la loro poca profondità e facilità di sedimentazione, arrecano non poche difficoltà alla navigazione.

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